Andromeda e Perseo

Cast: Ernesto Maria Ponte, Clelia Cucco
28-06-2025
Perseo nacque all’interno di una cripta, perché il nonno, Acrisio, che temeva le profezie, vi aveva imprigionato la madre, Danae: sarebbe infatti stato ucciso dal nipote, così aveva predetto l’oracolo di Delfi. Ma a Zeus, come sempre a caccia di gonnelle, la donna piaceva molto e sotto forma di poggia d’oro la volle possedere. Il destino non si presentò benigno. Allevato dentro un carcere, la presenza di Perseo fu presto scoperta. Fu affidato, chiuso in una cassa, alle onde del mare. Ma aveva pelle coriacea e si salvò. La sfida con l’abisso fu sempre la sua ragione. Con la morte – le sue figure - doveva sempre battersi. Tagliò la testa a Medusa sapendo giocar di “riflessione” e un bel giorno s’imbatté in una sensualissima visione. Volando alto su nel cielo scorse una fanciulla nuda, esposta su uno scoglio. Andromeda, più bella di una statua di Prassitele, anche lei per le pretese di un dio – andava punita la madre di lei che aveva osato definirsi più bella delle Nereidi – era destinata a morte atroce, sbranata da un mostro marino per placarne l’ira con cui devastava le coste della sua città.
Andromeda e Perseo può forse essere la storia di come l’amore e la bellezza che sa farsi promessa di gentilezza possono strappare gli umani ad un egoismo che li inchioda alla ferinità? In un tempo che appare farsi sempre più cupo e feroce, dove paura e violenza tendono ad attanagliare le menti umane, dove il pensare è sempre più considerato un orpello ritardante e la furia soffia sulle emozioni umane, la saggezza immaginifica di origine greca può almeno invitare a chiedersi se davvero giustizia è sempre e solo quel che i più forti vogliono e impongono, se davvero non si dà più speranza di futuro e bisogna adattarsi a tempi bui.
Un uomo e una donna, che abitano, i margini della memoria, vengono dunque a noi per ritessere la storia di chi all’orrore non volle cedere.
Cast: Ernesto Maria Ponte, Clelia Cucco
28-06-2025
Perseo nacque all’interno di una cripta, perché il nonno, Acrisio, che temeva le profezie, vi aveva imprigionato la madre, Danae: sarebbe infatti stato ucciso dal nipote, così aveva predetto l’oracolo di Delfi. Ma a Zeus, come sempre a caccia di gonnelle, la donna piaceva molto e sotto forma di poggia d’oro la volle possedere. Il destino non si presentò benigno. Allevato dentro un carcere, la presenza di Perseo fu presto scoperta. Fu affidato, chiuso in una cassa, alle onde del mare. Ma aveva pelle coriacea e si salvò. La sfida con l’abisso fu sempre la sua ragione. Con la morte – le sue figure - doveva sempre battersi. Tagliò la testa a Medusa sapendo giocar di “riflessione” e un bel giorno s’imbatté in una sensualissima visione. Volando alto su nel cielo scorse una fanciulla nuda, esposta su uno scoglio. Andromeda, più bella di una statua di Prassitele, anche lei per le pretese di un dio – andava punita la madre di lei che aveva osato definirsi più bella delle Nereidi – era destinata a morte atroce, sbranata da un mostro marino per placarne l’ira con cui devastava le coste della sua città.
Andromeda e Perseo può forse essere la storia di come l’amore e la bellezza che sa farsi promessa di gentilezza possono strappare gli umani ad un egoismo che li inchioda alla ferinità? In un tempo che appare farsi sempre più cupo e feroce, dove paura e violenza tendono ad attanagliare le menti umane, dove il pensare è sempre più considerato un orpello ritardante e la furia soffia sulle emozioni umane, la saggezza immaginifica di origine greca può almeno invitare a chiedersi se davvero giustizia è sempre e solo quel che i più forti vogliono e impongono, se davvero non si dà più speranza di futuro e bisogna adattarsi a tempi bui.
Un uomo e una donna, che abitano, i margini della memoria, vengono dunque a noi per ritessere la storia di chi all’orrore non volle cedere.