L'AMORE DEI FOLLI
11-12-2025
La piéce, ambientata all’inizio degli anni ’70, si ispira liberamente alla storia del rivoluzionario psichiatra Franco Basaglia, che abolí le misure di contenzione e le disumane metodologie terapeutiche adottate nei manicomi italiani fino a quel tempo. I forti scontri ideologici saranno dunque il fil rouge che percorrerà tutta la pièce, pur senza mai abdicare al tono leggero e delicato che la caratterizza: un temibile psichiatra tenterà di portare avanti le idee della vecchia scuola al punto da causare profonde divisioni all’interno dello staff e mettere a repentaglio la propria stessa storia d’amore.
Sarà proprio un altro intreccio sentimentale, questa volta tra due pazienti dell’istituto, a gettare le domande più struggenti: può l’amore sopravvivere ai più dolorosi pregiudizi? Cosa significa, davvero, “follia”? Ma la risposta non tarderà ad arrivare: saranno i pazienti, dapprima sorpresi dal cambiamento, ad aprirsi sui propri personali drammi di vita. E all’emergere delle peculiarità di ciascuna condizione, dal disturbo ossessivo compulsivo, al disturbo da stress-post traumatico sino al disturbo dissociativo d’identità, dovrà essere il famoso medico a dimostrare quanto una comunicazione differenziata e il dialogo non siano solo possibili, ma assolutamente necessari. La pièce si chiuderà con l’abbraccio fisico e metaforico tra un figlio e una madre, col tono dolce che contraddistingue la pièce, gettando metonimicamente uno sguardo al futuro con le tematiche di inclusività e sana e supportata reintegrazione del paziente nella società, com’era nell’ideologia del celebre medico. La denuncia circa le controversie ingiustamente legate nel dibattito sociale alla fondamentale Legge divenuta nota col nome di “Legge Basaglia”, infatti, non si farà attendere, e soppeserà la gravità dell’abbandono sociale nei confronti della malattia mentale e dei pazienti – e le criticità ad essa afferenti, condizione avvenuta in seguito alla chiusura dei manicomi e attribuita in maniera del tutto iniqua alla Legge 180, e distante anni luce dall’ideologia dello psichiatra che sosteneva la “riemersione del soggetto”, la riabilitazione e il reinserimento del paziente come filosofia.
11-12-2025
La piéce, ambientata all’inizio degli anni ’70, si ispira liberamente alla storia del rivoluzionario psichiatra Franco Basaglia, che abolí le misure di contenzione e le disumane metodologie terapeutiche adottate nei manicomi italiani fino a quel tempo. I forti scontri ideologici saranno dunque il fil rouge che percorrerà tutta la pièce, pur senza mai abdicare al tono leggero e delicato che la caratterizza: un temibile psichiatra tenterà di portare avanti le idee della vecchia scuola al punto da causare profonde divisioni all’interno dello staff e mettere a repentaglio la propria stessa storia d’amore.
Sarà proprio un altro intreccio sentimentale, questa volta tra due pazienti dell’istituto, a gettare le domande più struggenti: può l’amore sopravvivere ai più dolorosi pregiudizi? Cosa significa, davvero, “follia”? Ma la risposta non tarderà ad arrivare: saranno i pazienti, dapprima sorpresi dal cambiamento, ad aprirsi sui propri personali drammi di vita. E all’emergere delle peculiarità di ciascuna condizione, dal disturbo ossessivo compulsivo, al disturbo da stress-post traumatico sino al disturbo dissociativo d’identità, dovrà essere il famoso medico a dimostrare quanto una comunicazione differenziata e il dialogo non siano solo possibili, ma assolutamente necessari. La pièce si chiuderà con l’abbraccio fisico e metaforico tra un figlio e una madre, col tono dolce che contraddistingue la pièce, gettando metonimicamente uno sguardo al futuro con le tematiche di inclusività e sana e supportata reintegrazione del paziente nella società, com’era nell’ideologia del celebre medico. La denuncia circa le controversie ingiustamente legate nel dibattito sociale alla fondamentale Legge divenuta nota col nome di “Legge Basaglia”, infatti, non si farà attendere, e soppeserà la gravità dell’abbandono sociale nei confronti della malattia mentale e dei pazienti – e le criticità ad essa afferenti, condizione avvenuta in seguito alla chiusura dei manicomi e attribuita in maniera del tutto iniqua alla Legge 180, e distante anni luce dall’ideologia dello psichiatra che sosteneva la “riemersione del soggetto”, la riabilitazione e il reinserimento del paziente come filosofia.